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Cotone, poliestere o policotone?

Con l’arrivo della bella stagione e la decisione di rinnovare le divise, molti professionisti si trovano alle prese con alcuni dubbi riguardanti la scelta del tessuto più adatto per lavorare durante i mesi più caldi.

Esistono oggi in commercio tessuti sintetici altamente tecnologici, studiati appositamente per i diversi ambiti lavorativi, che garantiscono comodità, freschezza e traspirabilità. Eppure, nonostante i passi da gigante fatti nello sviluppo di questi tessuti e le tecnologie impiegate, spesso si tende a optare per il buon vecchio cotone o, al massimo, per il policotone.

Ma davvero le fibre naturali sono sempre da preferire?

Indubbiamente il cotone, così come anche il lino, ha moltissimi vantaggi e il suo uso storico è una garanzia di affidabilità. Tuttavia anche le fibre naturali hanno dei limiti. Tra i vantaggi del cotone vanno annoverati sicuramente:

  • il grande potere assorbente
  • la morbidezza al tatto
  • la resistenza ai lavaggi a temperature anche molto alte (per certi tipi di cotone)
  • il fatto che non si carichi di elettricità statica

Se vogliamo invece passare in rassegna i suoi limiti non possiamo che menzionare:

  • la tendenza a restringersi (a meno che non si tratti di cotone sottoposto a particolari lavorazioni)
  • lo scolorimento più veloce nel tempo delle tinte
  • la sensibilità all’umidità

Cosa scegliere quindi? Come sempre la scelta dipende in primis dalla destinazione d’uso, dalla sensazione che si prova indossando il capo e dalle aspettative circa la vita dell’indumento. Come già ricordato, oggi in commercio esistono tessuti sintetici che presentano caratteristiche e prestazioni identiche se non superiori alle fibre naturali: il consiglio è quindi sempre quello di valutare attentamente ogni singolo caso, senza scartare a priori determinati tessuti e chiedendo informazioni che possono rivelarsi determinanti per la scelta (manutenzione, resa nel tempo, ecc.).

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